“Se la gestione artistica del sovrintendente Pereira è stata la migliore mai avuta dal Maggio Musicale Fiorentino, allora mi si dovrebbe spiegare perché lo stesso è stato costretto a dimettersi. Dimissioni avvenute grazie all’attività dei consiglieri di centrodestra, che hanno portato alla luce le spese fatte da Pereira, evidenziando una gestione personale del sovrintendente, al limite del danno erariale e della cattiva amministrazione, anche se sarà la Procura a stabilire eventuali reati. Il fallimento del Maggio Musicale Fiorentino è il fallimento del Pd, e di come si amministra e si gestisce la cultura in questa regione”. Lo ha detto il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella, in un passaggio del suo intervento in aula.
“Il rappresentante della Regione Toscana nel cda del Maggio, cosa faceva? Chi – ha chiesto Stella – controllava i numeri, i bilanci, le spese? Chi avallava le scelte artistiche ed economiche del sovrintendente? A livello gestionale, Pereira è stato un disastro, non ha risanato i bilanci, il Maggio Musicale Fiorentino perde 50 milioni di euro negli ultimi dieci anni; siamo oltre i 50 milioni di debiti, altro che risanamento delle casse. Nell’ultimo anno della gestione Pereira, le opere hanno incassato 1,5 milioni di euro e sono costate 9 milioni. Sarebbe bastato questo dato per invocare le sue dimissioni. I concerti sono costati 2 milioni di euro e hanno incassato 800.000 €. In totale, tra opere e concerti, i costi sono di 11 milioni di euro, a fronte di ricavi per 2,3 milioni”.
“E non si venga a dire che Pereira ha portato più fondi al Maggio – ha aggiunto il capogruppo di Forza Italia -. I contributi rimangono invariati, il privato non cresce nel corso degli anni, in realtà aumenta il contributo pubblico e gli stanziamenti straordinari della Fondazione degli italo americani portano nelle casse del Maggio 1,5 milioni di euro; e tutto questo non grazie a Pereira, ma perché quella Fondazione sceglie di investire su Firenze. Durante la gestione del sovrintendente dimissionario, è aumentato anche il costo del personale, e i botteghini non sono cresciuti. I soggetti pubblici, tra Fus, Enti Locali e soci fondatori hanno messo sul Maggio Musicale Fiorentino, dal 2004 al 2022, ben 500 milioni di euro. Sono soldi dei contribuenti, sono cifre inaccettabili”.