Dehors: “Perché le nuove richieste vengono bocciate? Ci sono esercizi di serie A e di serie B?”

23/07/2013
Dehors, Stella (PdL) e Alessandri (FdI): “Perché le nuove richieste vengono bocciate? Ci sono esercizi di serie A e di serie B?”
“No ad un ritorno al passato basato sulla discrezionalità. Se si ravvisano problemi, si cambi prima il regolamento”

“Perché le richieste di autorizzazione per nuovi dehors vengono sistematicamente bocciate o addirittura rimangono senza risposta? Abbiamo avuto numerose segnalazioni di nuove attività di somministrazione che non hanno ottenuto l’autorizzazione all’installazione di un dehors.
Ci domandiamo perché le pratiche vengono bocciate? Quali sono i motivi dei rigetti?”. Queste le domande poste all’amministrazione dal capogruppo PdL Marco Stella insieme al collega di Fratelli d’Italia Stefano Alessandri.
“Abbiamo sempre posto il problema della discrezionalità e ci siamo battuti affinché si coniugasse il decoro della città con la garanzia che tutti avessero gli stessi diritti – hanno aggiunto gli esponenti del centrodestra –. Per questo, dopo anni di anarchia, abbiamo promosso per primi e sostenuto la stesura di un regolamento ad hoc. Da alcuni anni infatti, esistono regole certe e chiare per chiunque voglia richiedere un'occupazione di suolo pubblico per il ristoro all'aperto. I dinieghi, del tutto arbitrari, delle ultime settimane, rischiano di vanificare il lungo lavoro svolto dagli uffici e dal consiglio.
Diventa del tutto inutile promuovere concorsi di idee e perdere tempo nella stesura dei regolamenti quando poi ci ritroviamo all'ennesimo atto di discrezionalità che ci riporta indietro di dieci anni”.
“Non esistono esercenti di serie A e di serie B – sottolineano Stella e Alessandri –. Laddove i progetti presentati rispettano il regolamento, le nuove richieste per i dehors devono essere autorizzate.
È politicamente condivisibile la tesi sostenuta da alcuni membri della Giunta che il livello raggiunto dalle occupazioni di suolo pubblico per tavolini in alcune zone del centro storico sia arrivato al limite. Ma allora dobbiamo modificare il regolamento dei dehors introducendo il concetto di “sostenibilità delle areee” ed in base a questo dare il diniego”.
“Occorre dividere l’area del centro storico in zone ed in base a queste individuare dei criteri di sostenibilità di occupazione pubblica dei dehors, quando questi sono superati non si autorizza più nessuna nuova struttura, ma oggi senza la modifica del regolamento questo non è possibile e le nuove richieste devono essere autorizzate” hanno concluso i due consiglieri.

(fdr)


Occupazione ex collegio alla Querce, PdL e FdI: “Raccolta di firme per chiedere lo sgombero”

Occupazione ex collegio alla Querce, PdL e FdI: “Raccolta di firme per chiedere lo sgombero”

Stamani i consiglieri comunali Marco Stella (PdL) e Francesco Torselli (FdI) insieme ai consiglieri FdI regionali Giovanni Donzelli e Paolo Marcheschi ed ai consiglieri di Quartiere Matteo Fanelli e Giovanni Gandolfo hanno effettuato un sopralluogo alla struttura dell’ex collegio alla Querce in via della Piazzola che un paio di giorni fa è stata occupata dal movimento di lotta per la casa.
Queste le dichiarazioni dei consiglieri di centrodestra:

“La nostra presenza era per constatare le condizioni della struttura e per ribadire la nostra ferma contrarietà alle occupazioni abusive.
Oggi parte una raccolta firme per chiedere al Sindaco l’immediato sgombero della struttura da parte degli abusivi.
Firenze ha bisogno di un Sindaco che affronti le questioni della città, non di un personaggio televisivo.
Ci domandiamo come sia stato possibile consentire ad oltre 100 persone di occupare in maniera abusiva una struttura privata.
Sono anni che i proprietari della struttura hanno presentato al comune di Firenze un piano di recupero e mai hanno ricevuto risposta, ecco che ora oltre al danno anche la beffa, l’immobile è stato occupato e chissà quanto tempo passerà prima che gli occupanti vengano sgomberati.
Quali certezze per i privati che scelgono di investire a Firenze? Tempi lunghi per l’approvazione di piani di recupero e occupazioni abusive: ecco perché nessuno investe più a Firenze.
Siamo preoccupati per la sicurezza della struttura e per le persone che hanno occupato, dalla proprietà abbiamo appreso che il bene, vincolato dai beni culturali, ha comunque dei solai non stabili che potrebbero mettere a rischio la vita dei numerosi bambini presenti dentro l'occupazione abusiva.
La proprietà si è impegnata in un recupero prestigioso che porterebbe un investimento di 25 milioni di euro e che avrebbe come ricaduta anche un ritorno occupazionale per 200 persone.
La Querce è un pezzo di storia della nostra città, non può essere lasciato così abbandonato da Comune e Istituzioni”.


Ogni fiorentino nasce con un debito di 1.421 euro

Bilancio 2013, Stella: «Indebitamento, multe e Tares ecco la stangata di Renzi»
Il capogruppo del PdL: «Ogni fiorentino nasce con un debito di 1.421 euro»

«Grazie a Renzi ogni fiorentino nasce con un debito di 1.421 euro. Questa è la politica di Renzi tutta tasse ed indebitamento». È quanto sottolinea Marco Stella, capogruppo del PdL in consiglio comunale.
«Analizzando i dati del bilancio preventivo 2013 siamo molto preoccupati per il futuro di Firenze – ha aggiunto l’esponente del centrodestra – quello presentato è un bilancio fatto con il ricorso sistematico all’indebitamento, alle multe, all’aumento del costo in bolletta dei rifiuti con l’introduzione della Tares e, soprattutto, grazie ad una posta straordinaria di 12 milioni di euro che provengono da Toscana energia».
«Dal bilancio consuntivo 2012 – ha proseguito Stella - ci rendiamo conto di come l’indebitamento del Comune, al 31 dicembre 2012, sia di 511.659.393 euro, una cifra spaventosa, cresciuta durante l’amministrazione Renzi di ben 30 milioni dal 2009 ad oggi, destinato a lievitare nel corso dei prossimi anni. Siamo molto preoccupati per la gestione del debito da parte del Comune e per la possibilità, nei prossimi anni, di attingere a nuovi mutui. Si tratta di un fardello pesante che potrebbe condizionare per molto tempo le scelte dei futuri amministratori».
«Senza dimenticare – ha aggiunto il capogruppo del PdL – che l’introduzione della Tares sarà una vera stangata per famiglie ed imprese. I dati dimostrano come la giunta Renzi abbia deciso di colpire tutti e in maniera indiscriminata. Per fare alcuni esempi per le utenze domestiche una famiglia di 4 persone che vive in una casa di 100 metri quadrati e nel 2012 spendeva 204 euro nel 2013 ne spenderà 254; 5 persone che abitano in 80 metri quadrati e pagavano nel 2012 195 euro nel 2013 pagheranno 259 euro e cosi via. In altre parole per le famiglie gli aumenti saranno, in media, di oltre il 50%». «Per le imprese – secondo Stella – andrà peggio. Un ristorante di 100 metri quadrati pagherà oltre 3mila euro di Tares, per un fondo artigianale della stessa superficie si arriverà a pagare quasi mille euro, mentre si arriverà al paradosso che un piccolo ortolano dovrà sborsare più del proprietario di un grande capannone industriale».
«Infine c’è il capitolo relativo alle multe – ha concluso – siamo passati dallo slogan renziano Firenze non è un multificio, alla certificazione del quotidiano Il Sole24ore di qualche giorno fa che spiegava come i fiorentini fossero gli italiani piu multati.
Questo bilancio certifica il fallimento politico dell'amministrazione Renzi, possiamo dire che dopo 4 anni non vi è stata nessuna novità nella gestione dei bilancio. Si è proseguito nel vecchio modo di fare politica: aumentando le tasse». (fn)


Occupazione ex collegio alla Querce, PdL e FdI: “Raccolta di firme per chiedere lo sgombero”

22/07/2013
Occupazione ex collegio alla Querce, PdL e FdI: “Raccolta di firme per chiedere lo sgombero”

Stamani i consiglieri comunali Marco Stella (PdL) e Francesco Torselli (FdI) insieme ai consiglieri FdI regionali Giovanni Donzelli e Paolo Marcheschi ed ai consiglieri di Quartiere Matteo Fanelli e Giovanni Gandolfo hanno effettuato un sopralluogo alla struttura dell’ex collegio alla Querce in via della Piazzola che un paio di giorni fa è stata occupata dal movimento di lotta per la casa.
Queste le dichiarazioni dei consiglieri di centrodestra:

“La nostra presenza era per constatare le condizioni della struttura e per ribadire la nostra ferma contrarietà alle occupazioni abusive.
Oggi parte una raccolta firme per chiedere al Sindaco l’immediato sgombero della struttura da parte degli abusivi.
Firenze ha bisogno di un Sindaco che affronti le questioni della città, non di un personaggio televisivo.
Ci domandiamo come sia stato possibile consentire ad oltre 100 persone di occupare in maniera abusiva una struttura privata.
Sono anni che i proprietari della struttura hanno presentato al comune di Firenze un piano di recupero e mai hanno ricevuto risposta, ecco che ora oltre al danno anche la beffa, l’immobile è stato occupato e chissà quanto tempo passerà prima che gli occupanti vengano sgomberati.
Quali certezze per i privati che scelgono di investire a Firenze? Tempi lunghi per l’approvazione di piani di recupero e occupazioni abusive: ecco perché nessuno investe più a Firenze.
Siamo preoccupati per la sicurezza della struttura e per le persone che hanno occupato, dalla proprietà abbiamo appreso che il bene, vincolato dai beni culturali, ha comunque dei solai non stabili che potrebbero mettere a rischio la vita dei numerosi bambini presenti dentro l'occupazione abusiva.
La proprietà si è impegnata in un recupero prestigioso che porterebbe un investimento di 25 milioni di euro e che avrebbe come ricaduta anche un ritorno occupazionale per 200 persone.
La Querce è un pezzo di storia della nostra città, non può essere lasciato così abbandonato da Comune e Istituzioni”.

(fdr)


Femminicidio, dal PdL 12 proposte per le donne

Femminicidio, dal PdL 12 proposte per le donne
Presentata una mozione. Stella e le consigliere elette nei Quartieri: “A Firenze gli stati generali contro la violenza sulle donne”

Portare al centro dell’azione dell’amministrazione comunale il tema del femminicidio, e qualificare Firenze come la città capofila in Italia per combattere il fenomeno, sempre più grave, della violenza contro le donne: questo l’obiettivo di una mozione presentata dal Gruppo PdL in consiglio comunale e in tutti i consigli di Quartiere.
L’iniziativa è stata presentata questa mattina a Palazzo Vecchio dal capogruppo Marco Stella insieme alle consigliere Ginevra Cerchiai (Q2), Roberta Pieraccioni e Sabrina Orlandi (Q4). A lavorare sul documento sono state anche le altre elette PdL Gaia Serri (Q3), Chiara Madiai (Q1) e Michela Mannelli (Q5).
“Siamo convinti che di fronte alle dimensioni del fenomeno del femminicidio non possa bastare la ratifica della Convenzione di Istanbul a livello nazionale, chiediamo che Firenze si qualifichi come capofila nella lotta al fenomeno e per questo, nella nostra mozione, individuiamo 12 punti da realizzare, tra i quali: promuovere la città di Firenze come sede ideale per la convocazione degli Stati Generali contro la violenza sulle donne, e proporre anche per Firenze l’adozione della rete del 1522 (numero antiviolenza), uno strumento fondamentale per combattere il fenomeno che la nostra città non ha ancora adottato. Inoltre crediamo sia di una fondamentale valenza culturale introdurre all’interno dello Statuto comunale il concetto di femminicidio”. Questa la dichiarazione del capogruppo Stella.
“Abbiamo partecipato alla stesura della mozione con orgoglio e impegno perché riteniamo il fenomeno del femminicidio una piaga sociale di difficile soluzione – ha sottolineato Pieraccioni –. Tanto è già stato fatto, pensiamo alla legge sullo stalking approvata dal governo Berlusconi nel 2009, ma dobbiamo continuare a combattere questa battaglia dura ma che non può vederci arrendere a nessun costo”.
“Riteniamo la mozione doverosa – ha notato Cerchiai –, di fronte ai numeri drammatici del fenomeno che riguarda donne di ogni estrazione sociale, colore e nazionalità, senza eccezioni. Per noi questo impegno è un obbligo morale, e speriamo che dall’iter iniziato con questo atto Firenze possa diventare la capitale d’Italia della lotta alla violenza sulle donne”.
“Ho purtroppo sperimentato personalmente l’inefficacia dell’azione delle istituzioni contro la violenza sulle donne – ha spiegato Orlandi –. La realtà dell’assistenza sociale nel mio quartiere, il 4, è inaccettabile. Una donna che si decida, dopo aver vinto paura e vergogna, a chiamare un assistente, si sente rispondere di lasciare il proprio numero per essere richiamata, e niente di più. Questo è un lavoro che dovrebbe essere fatto per passione e con il cuore, prima che per riscuotere uno stipendio”.
La mozione (di cui segue il testo) verrà ora portata al voto in consiglio comunale e in tutti i consigli di quartiere dalle consigliere e dai consiglieri PdL.

(fdr)

MOZIONE
Oggetto: violenza nei confronti delle donne e femminicidio
IL CONSIGLIO COMUNALE
• Premesso che il concetto di femminicidio, tornato in primo piano con le inquietanti cronache di questi giorni, comprende non solo l’uccisione di una donna, ma ogni atto violento o minaccia di violenza esercitata nei confronti di una donna, in ambito pubblico o privato, che le arrechi o le possa arrecare un danno fisico, sessuale, psicologico o altre forme di sofferenza. L’uccisione rappresenta quindi solo l’espressione più drammatica della violenza sulle donne nella società;
• Ricordato che nel 1993 l’antropologa messicana Marcela Lagarde utilizza il termine femminicidio per comprendere: «La forma estrema di violenza di genere contro le donne, prodotto della violazione dei suoi diritti umani in ambito pubblico e privato, attraverso varie condotte misogine – maltrattamenti, violenza fisica, psicologica, sessuale, educativa, sul lavoro, economica, patrimoniale, familiare, comunitaria o anche istituzionale – che comportano l’impunità delle condotte poste in essere tanto a livello sociale quanto dallo Stato e che, ponendo la donna in una posizione indifesa e di rischio, possono culminare con l’uccisione o il tentativo di uccisione della donna stessa, o in altre forme di morte violenta di donne e bambine: suicidi, incidenti, morti o sofferenze fisiche e psichiche comunque evitabili, dovute all’insicurezza, al disinteresse delle Istituzioni e alla esclusione dallo sviluppo e dalla democrazia»;
• Visto infatti che dalla cronaca emergono casi di violenza non tanto riconducibili all’odio di genere e alla misoginia quanto piuttosto alla violenza in famiglia, alla gelosia, alla possessività, per cui il “femminicidio” si configura non certo come un omicidio inaspettato, bensì l’ultimo atto di violenza dopo una serie di maltrattamenti subìti all’interno della coppia, delitti annunciati frutti di silenzi e complicità da parte di coloro che sono vicini alle vittime, ma anche frutto di mancanze da parte delle istituzioni che sono chiamate a potenziare i centri antiviolenza e a mettere in campo politiche di prevenzione e di promozione di una cultura del rispetto tra i generi, nella convinzione che la violenza è un problema pubblico, di violazione dei diritti umani delle cittadine che la subiscono e non una questione da relegare all’ambito privato;
• Considerato che, nonostante il riconoscimento di fondamentali diritti civili, sociali e culturali a favore delle donne, nel mondo la violenza fisica e sessuale è assai diffusa come dimostra il susseguirsi di molestie, minacce, stupri, uccisioni, coercizioni della volontà per irragionevoli dettami fanatico-religiosi, matrimoni forzati, mutilazioni genitali, tratta di donne e di bambine, tutti comportamenti che si configurano come gravissime violazione dei diritti umani;
• Rilevato che se esaminiamo il fenomeno nel nostro Paese, il quadro è comunque allarmante: dal 2005 al 2012 sono stati 903 i casi di donne uccise da uomini. Nel 2012 in Italia sono state uccise più di 120 donne, una ogni due giorni. Il 40% delle donne uccise nel 2012 aveva già subito violenza da parte del partner o ex partner. Il 68% delle violenze avvengono in casa e due terzi delle vittime subisce ripetuti episodi di violenza soprattutto da parte del partner. Gli assassini sono uomini, nella maggior parte dei casi appartenenti al nucleo familiare e alla cerchia degli affetti più vicini. Secondo i dati Istat relativi al 2006, sono 6 milioni e 743 mila le donne che tra i 16 e i 70 anni sono state, almeno una volta nella vita, vittime di violenza, fisica o sessuale. Ma nel nostro Paese solo il 18,2% delle donne considera la violenza subìta in famiglia un reato, per il 44% è stato qualcosa di sbagliato e per il 36% solo qualcosa che è accaduto. Inoltre i dati svelano che il 93% delle violenze perpetuate dal coniuge o dall’ex non viene denunciato;
• Visto che, da una nuova ricerca condotta da Telefono Rosa sulla violenza domestica - basata sulle telefonate e gli interventi realizzati dall’associazione - presentata il 4 marzo 2013, risultano due fasce di età particolarmente a rischio in termini di abusi: quella compresa tra i 35 e i 54 anni (33%) e la fascia compresa fra 45 e 54 anni (25%); in particolare tra le donne italiane si riscontra una maggiore concentrazione di vittime tra i segmenti più adulti (35-44enni 32%, 45-55enni 26%), mentre tra le straniere le violenze aumentano nelle classi anagrafiche più giovani (25-34enni 31%, 45-55enni 39%). Risulta inoltre allarmante il legame tra l’omicidio e le violenze pregresse sulla vittima o su altre donne: nel 40% dei casi emerge che la vittima ha subìto violenze (psicologiche, fisiche, sessuali e stalking) precedenti al femminicidio. La percentuale di donne che ha subìto violenza ed ha prole è altissima: nel 2012 l’82% delle vittime ha figli, in particolare il 65% sono minorenni. Nel 2012 l’82% dei figli ha ripetutamente assistito alle violenze in famiglia. Aumentano nel 2012 i casi di abusi di lunga durata, nel 18% dei casi coprono un arco di tempo compreso tra i 5 e i 10 anni, raggiunge il 28% la percentuale dei maltrattamenti che dura da più di 10 anni, il 12% dei quali vede le donne rassegnate alla loro condizione da oltre 20 anni;
• Considerato che soltanto in questi primi mesi del 2013 si è confermato il drammatico trend degli ultimi anni con l’uccisione di oltre 34 donne;
• Rilevato come questi numeri sottolineino l’ampiezza del fenomeno e il suo profondo radicamento nella cultura del nostro Paese e nella vita delle famiglie, con comportamenti strutturati che creano di fatto centinaia di case-prigioni sparse nelle campagne, nei paesi, nelle grandi città e che impongono la rapida adozione di ogni possibile misura normativa vòlta a prevenire e contrastare gli episodi di violenza, abuso e vessazione di cui le donne sono vittime;
• Visto che con il decreto legge 23 febbraio 2009 n.11 è stato introdotto nel nostro ordinamento giuridico il reato di stalking individuando strategie di contrasto, di prevenzione della violenza e di reinserimento delle vittime di tale reato e che con il medesimo decreto sono stati previsti ulteriori interventi in materia di violenza sessuale, in particolare, l’arresto obbligatorio in flagranza per la violenza sessuale e la violenza sessuale di gruppo, nonché disposizioni volte a rendere più difficile ai condannati per taluni delitti a sfondo sessuale l’accesso ai benefici penitenziari, tra cui le misure alternative alla detenzione, consentendo inoltre alla persona offesa l’accesso al gratuito patrocinio, anche in deroga ai limiti di reddito ordinariamente previsti. Il decreto legge – convertito in legge dalla L.23 aprile 2009 n.38 - ha poi previsto, quale aggravante speciale dell’omicidio, il fatto che esso sia commesso in occasione del delitto di violenza sessuale, di atti sessuali con minorenne e violenza sessuale di gruppo, nonché da parte dell’autore del delitto di atti persecutori nei confronti della stessa persona offesa;
• Ricordato come che nel corso della passata legislatura per la prima volta l’Italia ha adottato un Piano nazionale contro la violenza sulle donne e lo stalking, finanziato con più di 18 milioni di euro, per l’attuazione di una strategia di contrasto delineata su base nazionale che prevedeva l’obiettivo di mettere in rete l’esperienza dei Centri antiviolenza presenti nelle Regioni italiane, del numero verde 1522 e le professionalità delle Forze dell’Ordine;
• Ritenuto che comunque servano altri segnali forti come un investimento certo e sicuro per i centri antiviolenza e per il sistema dei servizi di prevenzione che si occupano della violenza sulle donne e, in secondo luogo, l’unificazione di tutte le informazioni in un’unica banca dati che consenta alle Forze dell’Ordine e all’intero sistema dei servizi antiviolenza di reperire in tempi rapidi le notizie sulle vittime e sugli autori del reato;
• Ricordato che nel settembre 2012 l’Italia ha sottoscritto la «Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica» dell’11 maggio 2011 (Convenzione di Istanbul), impegnandosi a ratificarla in tempi rapidi;
• Considerato che la Convenzione di Istanbul è il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che si prefigge di creare un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza grazie a misure di prevenzione, di tutela in sede giudiziaria e di sostegno alle vittime e che obbliga lo Stato italiano ad adottare specifiche misure legislative di contrasto all’allarmante fenomeno della violenza sulle donne ove la si riconosca quale violazione dei diritti umani e forma di discriminazione;
• Premesso infatti che la volontà di sopraffazione trae spesso origine da atteggiamenti discriminatori per contrastare i quali si richiede un profondo mutamento culturale da attuare con efficaci iniziative, anche in sede legislativa;
• Considerato che dal 2009 il Dipartimento per le Pari Opportunità ha sviluppato, mediante l’attivazione del numero di pubblica utilità 1522, un’ampia azione di sistema per l’emersione ed il contrasto del fenomeno della violenza intra ed extra familiare che rappresenta uno snodo operativo delle attività di contrasto alla violenza di genere e stalking;
• Considerato che il suddetto numero, attivo 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno, accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente sia da rete fissa che mobile, garantisce un accoglienza qualificata e multilingue alla domanda di aiuto, fornendo una prima risposta ai bisogni delle vittime, orientandole verso i servizi socio-sanitari pubblici e privati attivi a livello locale, ma anche ricevendo notizia di reato da comunicare all’autorità giudiziaria e/o attivando le forze dell’ordine, sempre su richiesta delle vittime;
• Considerato che la Rete Nazionale Antiviolenza è organizzata in Ambiti Territoriali di Rete rappresentati da Comuni, Province o Regioni con i quali il Dipartimento per le Pari Opportunità stipula un Protocollo di Intesa finalizzato a promuovere la costituzione o il rafforzamento di reti locali facilitando l’integrazione del servizio nazionale 1522 con le strutture presenti in ambito territoriale;
• Visto infatti che nei suddetti Ambiti Territoriali è attivo un dispositivo di accesso diretto ai servizi locali veicolato dal servizio di accoglienza telefonica 1522, che consenta un trasferimento diretto di chiamata dal call center al centro antiviolenza attivo negli orari prestabiliti di apertura al pubblico nonché un collegamento con le stazioni dei carabinieri e della polizia per eventuali ed immediati interventi;
• Visto che Firenze non figura fra gli Ambiti Territoriali di Rete con un servizio di call center adeguatamente formato per garantire un accoglienza partecipata e competente alle richieste di ascolto e sostegno provenienti dal proprio territorio
INVITA IL SINDACO
1. A promuovere presso il Governo la rapida adozione di ogni iniziativa legislativa volta ad adeguare l’ordinamento interno alle prescrizioni contenute nella Convenzione di Istanbul di cui è già stata avviata la procedura di ratifica, nonché l’adozione di norme regolamentari e provvedimenti amministrativi idonei a promuovere realmente una cultura della soggettività femminile contrastando il femminicidio quale negazione della soggettività, dei diritti fondamentali, della dignità delle donne;
2. A promuovere la città di Firenze come sede ideale per la convocazione degli Stati Generali contro la violenza sulle donne, inteso come un momento di riflessione e proposta perché il nostro Paese possa dare concreta attuazione alla Convenzione di Istanbul;
3. A proporre la candidatura di Firenze come snodo della rete 1522 per entrare a far parte degli Ambiti Territoriali di Rete, al fine di ottimizzare la risposta delle istituzioni locali alla violenza di genere e realizzare una migliore sinergia del sistema dei servizi di contrasto alla violenza presenti nel livello territoriale di competenza attraverso la collaborazione e la cooperazione tra i soggetti pubblici e privati (Pronto Soccorso, Associazioni, Sportelli anti violenza, Forze dell’ordine, Servizi Sociali);
4. Ad inserire nella rete civica comunale fra i numeri di pubblica utilità il 1522 che rappresenta uno strumento insostituibile per accogliere 24 su 24 le richieste di aiuto;
5. Ad introdurre all’interno dello Statuto Comunale il concetto di femminicidio, integrando i principi e le azioni sulla parità dei sessi già contenute nell’articolo 5, al fine di connotare le norme statutarie con una forte azione di contrasto nei confronti dei delitti perpetrati a danno delle donne;
6. A prevedere nel prossimo bilancio previsionale del Comune di Firenze stanziamenti specifici che consentano di rendere operative le misure di prevenzione e di sostegno alle vittime della violenza di genere con l’attuazione di interventi strutturati ed efficaci;
7. Ad agire sul piano della prevenzione, della promozione della soggettività femminile e del contrasto verso ogni atteggiamento e comportamento che tende a tollerare, giustificare o ignorare la violenza commessa contro le donne, in particolare dando piena attuazione al piano d’azione nazionale contro la violenza sessuale e di genere, individuando specifiche iniziative volte a potenziare i servizi e le misure di assistenza alle vittime di violenza sessuale, maltrattamenti e stalking, riconoscendone l’assoluta priorità nel proprio livello di governo;
8. A promuovere l’inserimento nei programmi scolastici dell’educazione alla relazione, al fine informare le giovani generazioni sul tema della violenza nei confronti delle donne, nonché formare al rispetto della soggettività femminile e al contrasto del fenomeno del femminicidio;
9. A promuovere nell’esercizio dell’attività giornalistica, nei messaggi pubblicitari, nei palinsesti e nelle trasmissioni di radio e televisione, il rispetto della dignità delle donne e della soggettività femminile, nonché a prevenire ogni forma di discriminazione di genere o di femminicidio;
10. A promuovere presso la Regione Toscana l’iniziativa di proporre in Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano l’adozione di azioni vòlte ad incentivare la realizzazione di misure a favore delle vittime di violenza coinvolgendole, laddove sia necessario, in percorsi di formazione e di inserimento lavorativo, in linea con le esperienze europee più avanzate;
11. A promuovere l’istituzione di un tavolo interministeriale al fine di affrontare il tema del femminicidio da tutti i punti di vista e di predisporre progetti coordinati per tutto il territorio nazionale che garantiscano maggiore incisività nel contrasto alla violenza di genere;
12. A promuovere l’istituzione di un Osservatorio Nazionale permanente sulla violenza alle donne che predisponga e tenga aggiornati i dati provenienti da soggetti pubblici e privati, accessibili anche ai fini della ricerca e dell’elaborazione di interventi di prevenzione e di contrasto alla violenza.
Marco Stella


Patto per la notte, gruppo PdL: “Nessuna visione di città, solo improvvisazione”

Patto per la notte, gruppo PdL: “Nessuna visione di città, solo improvvisazione”
“Le regole ci sono, basta farle rispettare”

Questo l’intervento dei consiglieri del Gruppo PdL

“Il nuovo patto per la notte è la dimostrazione di come questa amministrazione dopo quattro anni non abbia nessuna visione della città, ma vi sia soltanto improvvisazione.
Dobbiamo prendere atto che dove non ci sono idee si improvvisa.
Il comune non avendo idee su come affrontare la questione scarica tutto sulle attività commerciali, come se fossero il problema, per noi invece le attività sono una risorsa per la città che danno posti di lavoro e producono benessere.
Abbiamo sempre sostenuto l’inutilità del patto della notte sottoscritto dal comune con alcuni esercizi di somministrazione, un patto volontario e senza sanzioni.
Il problema di come conciliare il diritto dei residenti a dormire sonni tranquilli e quello delle attività commerciali a svolgere il proprio lavoro è complesso e non si risolve certo con un patto.
A questo punto non servono patti, ma idee concrete da mettere in pratica subito, che consentano ai locali di lavorare in tranquillità e ai residenti di poter riposare la notte. La totale assenza di idee del sindaco di fatto chiude Firenze.
In quattro anni Renzi non è riuscito a gestire la convivenza tra attività della notte e residenti del centro storico, e anche quest’anno il Comune non ha trovato soluzioni tranne istituire la ztl notturna che ha di fatto dimostrato la sua inutilità; perché non si è provato a mettere in campo azioni e politiche nei mesi precedenti?
Oggi è troppo tardi, i processi andavano gestiti prima e meglio. Se si permette l’apertura indiscriminata di attività e la concentrazione in poche vie di decine di locali che stanno aperti la sera come si può pensare di consentire tranquillità ai residenti? Ma ci domandiamo: che colpa hanno i locali se hanno rispettato tutte le regole?
Gli strumenti urbanistici esistono, il Comune li usi per pianificare anche le aperture delle attività commerciali, compresi minimarket e kebab.
Solo attraverso il presidio del territorio da parte delle forze dell’ordine si può garantire riposo ai residenti e ripulire il centro storico dal degrado in cui è finito”.


«Renzi due pesi e due misure, multa gli ambulanti regolari e tollera gli abusivi. Il quartiere è stato abbandonato»

San Lorenzo, Stella(PdL): «Renzi due pesi e due misure, multa gli ambulanti regolari e tollera gli abusivi. Il quartiere è stato abbandonato»

«Su San Lorenzo l’amministrazione Renzi applica la teoria dei due pesi e sue misure, multa gli ambulanti regolari che pagano le tasse e creano occupazione, mentre lascia indisturbati i venditori abusivi che quotidianamente invadono il mercato di San Lorenzo». Lo ha detto il capogruppo del PdL Marco Stella
«Quali sono le regole che il sindaco fa rispettare? – si è domandato – quello che è accaduto ha dell'incredibile, la situazione in San Lorenzo è arrivata al collasso, le tensioni tra venditori abusivi e ambulanti regolari sono all'ordine del giorno e l’amministrazione, invece di combattere l’abusivismo e ripulire il quartiere, riesce soltanto a multare gli ambulanti regolari. Questa sarebbe una giusta amministrazione?
Cosi non può andare».
«Non contestiamo certo la regolarità delle sanzioni – ha aggiunto Stella – se gli ambulanti occupavano più suolo pubblico di quello che era consentito la polizia municipale che ha elevato i verbali ha soltanto compiuto il suo lavoro, crediamo però che su quell’area le priorità siano altre a partire dalla lotta all'abusivismo e al degrado».
«In campagna elettorale – ha proseguito il capogruppo del PdL - aveva promesso maggior collaborazione con gli ambulanti: se per collaborazione e valorizzazione si intende multare gli ambulanti regolari noi non ci stiamo. Il sindaco, prima di colpire gli ambulanti regolari, dovrebbe liberare la città dagli abusivi, vera piaga di Firenze.
Le attività su area pubblica sono una risorsa per la nostra città, il Comune ha il dovere di attuare misure per valorizzare queste attività che svolgono, oltre ad una funzione commerciale, anche una funzione sociale. Speriamo che questa giunta, prima di punire chi opera in maniera corretta come gli ambulanti, liberi Firenze dai venditori abusivi che portano degrado e danneggiano le nostre attività commerciali». (fn)


RENZI INVENTA I RESIDENTI A FASCE ORARIE

Piazza San Firenze, Stella (PdL): Un errore pedonalizzarla senza il piano generale del traffico urbano, incivile imprigionare i residenti in fasce orarie.
“Si trovi una soluzione concertata con gli ambulanti”

“Ci risiamo, dopo le improvvisate pedonalizzazioni di piazza Duomo e piazza Pitti che hanno portato soltanto disagi ai fiorentini, ora tocca a piazza San Firenze.
Siamo nuovamente all’improvvisazione senza nessuna strategia e senza nessuna visione complessiva della città.
Crediamo che le pedonalizzazioni nel centro storico siano un fattore positivo di pianificazione della città e che portino anche beneficio ai cittadini, ma c’è modo e modo di farle, quello scelto dal Comune di Firenze è il modo sbagliato.
Dove passerà il traffico pubblico e privato? Sono stati avvertiti i residenti? Che fine faranno le attività commerciali e gli ambulanti di piazza San Firenze?
Ma come si puo pensare di limitare la circolazione in fasce orarie ai residenti? È una cosa incivile. I residenti pagano tele pass. E permesso, perché proibire a loro il transito?
Non posso pensare che questi siano semplici provvedimenti sulla mobilità e che la loro applicazione non abbia ripercussioni su tutto il sistema della mobilità a Firenze, perché ritengo che scelte come quelle effettuate dall’amministrazione non possono rimanere slegate da un ragionamento di pianificazione, in particolare i comuni effettuano le proprie scelte di mobilità attraverso strumenti di panificazione idonei, in questo caso il Piano Generale del Traffico Urbano.
La pianificazione del traffico è un atto dovuto in base all'art. 36 del Nuovo Codice della strada, atto che costituisce uno strumento tecnico amministrativo finalizzato a conseguire il miglioramento delle condizioni della circolazione e della sicurezza stradale.
Sono scelte politiche dunque, che non possono limitarsi solo a decisioni del Sindaco o della Giunta, che dispongono della facoltà di procedere con provvedimenti di mobilità ordinari. Quando si tratta però di trasformazioni più radicali è indispensabile inserirle in una cornice di linee guida definite dal Consiglio Comunale.
Firenze dispone già di un Piano Generale del Traffico Urbano: o ci si attiene a quello, oppure è necessario presentarlo nuovamente all’assemblea consiliare per modificarlo, affinché i provvedimenti sulla mobilità rientrino all'interno di una più ampia programmazione del territorio ed in particolare nel Piano Generale del Traffico Urbano.
Siamo molto preoccupati infine per la sorte delle 23 attività di ambulanti che si trovano in piazza San Firenze, quale soluzione ha individuato l’amministrazione per la nuova ubicazione?
La vicenda delle attività degli ambulanti è lunga e mai risolta in maniera definitiva; si trovavano prima sotto il loggiato degli Uffizi, poi in via dei Gondi ed infine sono state spostate in piazza San Firenze: si colga l’occasione della pedonalizzazione per trovare una collocazione definitiva ed adeguata alle esigenze delle attività.


esiste un tesoretto da 200milioni ma Renzi è troppo distratto per recuperarlo

Stella: esiste un tesoretto ma l'inefficienza dell'amministrazione non riesce a recuperarlo.
Risorse necessarie per i servizi ad anziani e bambini, e perchè no per salvare il maggio.

Renzi invece di lamentarsi del patto di stabilita recuperi le somme dei morosi dalle multe.
Firenze ha un vero tesoretto e soltanto per colpa dell'inefficienza del comune non riesce a recuperarlo.
Sono tante le cose che potrebbero essere fatte con quei soldi, non certo briciole, oltre 100 milioni di euro, a partire da garantire i servizi ad anziani e bambini che troppe volte sono messi in pericolo dai scarsi fondi dei comuni. Sono risorse necessarie che potrebbero anche servire per salvare il maggio musicale fiorentino.
Non è possibile che non si mettano in campo tutti gli sforzi per il recupero di una somma importante come questa, chiediamo che venga fatto ed anche in tempi brevi.


la ztl così non va, cambiamola! 10 proposte

Ztl, Stella (PdL): “Ammazza i commercianti e non tutela i residenti, è da rivedere”
“Aprire i varchi il sabato e rimodulare le fasce orarie”

Questo l’intervento del capogruppo PdL Marco Stella

“Così come è concepita la ztl fiorentina è antiquata e inefficace: serve urgentemente una revisione. L’attuale zona a traffico limitato non tutela i residenti e uccide letteralmente il commercio del centro storico.
Siamo sempre stati critici nei confronti della gestione della ztl da parte delle amministrazioni di centrosinistra. E’ evidente che in una città come Firenze pedonalizzazioni e limitazioni al traffico per il centro storico siano del tutto indispensabili, ma c’è modo e modo di fare le cose, e di organizzare la mobilità di cittadini e visitatori.
Noi immaginiamo una ztl ‘permeabile’ e non blindata com’è oggi, immaginiamo orari diversi di accesso e, soprattutto, vogliamo che la ztl sia aperta il sabato: un gesto semplice da parte dell’amministrazione che potrebbe ridare ossigeno al tessuto commerciale, duramente provato dalla crisi.
In quattro anni di mandato, la giunta Renzi non è stata capace di fare altro che pedonalizzazioni. Noi siamo convinti che non sia sufficiente questo per tutelare i residenti e far vivere le attività commerciali. Per questo presenteremo in consiglio comunale le nostre proposte per cambiare la ztl e renderla funzionale e adeguata agli standard delle principali città europee”.

Ecco dieci proposte concrete per migliorare la mobilità nel centro storico:

1)      Riduzione orario ztl diurna passando dall’attuale orario 7.30-19.30 ad un orario ridotto 8.30-18.30

2)      Abolizione della ztl il sabato pomeriggio, lasciando ingresso libero

3)      Creazione all’interno della ztl di alcune staffe di penetrazione aperte a tutti solo per il transito come in tutte le maggiori città europee

4)      Potenziamento servizio navetta dai parcheggi pubblici verso il centro storico

5)      Aumento del numero delle piste ciclabili, con la creazione di percorsi scuola-casa per i genitori che accompagnano i bambini a scuola in bici e che devono farlo in sicurezza; creazione del progetto "Piedibus". ( bambini accompagnati a piedi collettivamente a scuola) sulla esperienza di altre città

6)      Urgente revisione della segnaletica stradale dopo i recenti cambi di senso di marcia della circolazione

7)      Bike Sharing, con possibilità di portare le biciclette sugli autobus e sulla tramvia

8)      Revisione della collocazione telecamere ingresso ztl in prossimità delle autorimesse pubbliche, spostandole subito dopo l’autorimessa, questo consentirebbe di “guadagnare” oltre 1.200 posti auto

9)      Unica tessera elettronica ricaricabile per abbonamento di bus,tram bike sharing e car sharing distribuita gratuitamente a tutti i cittadini, sul modello della Oyster card di Londra, con possibilità di ricaricarla anche a casa da Internet

10)   Piano parcheggi con posti gratis per i residenti del centro storico in modo da liberare piazza e vie dalle auto