09.27 Firenze“Sindaco non usi comunità fiorentina come brand pubblicitario”

“Condanniamo con forza e sdegno l’uso politico che il sindaco di Firenze, Dario Nardella sta facendo del nome della città. Il suo slogan ‘Firenze dice sì’ è irrispettoso verso Firenze, il cui nome viene speso come fosse un brand pubblicitario nell’agone politico. Non è Firenze, o qualunque altra città italiana, a doversi esprimere, ma sono i cittadini chiamati a dare un giudizio di merito sul cambio di alcune parti della Costituzione”. Lo affermano i gruppi consiliari di Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia a Palazzo Vecchio e all’assemblea regionale toscana, commentando le scelte del primo cittadino di Firenze.

“Nardella – sottolineano i consiglieri del centrodestra – dovrebbe essere il sindaco di tutti, non solo di quelli che voteranno sì al quesito referendario. ‘Firenze dice sì’ va bene quando si parla di valori universalmente condivisi come la promozione dei diritti umani o gli interventi a favore dei più deboli. Ma il nome della nostra città non può essere utilizzato proditoriamente come volano per promuovere un prodotto, nel caso in questione una battaglia politica. Il sindaco ha fatto una caduta di stile molto grave, associando il nome della comunità fiorentina ai comitati per il sì, e ci aspettiamo che chieda scusa alla città e ai fiorentini, sia a quelli favorevoli che a quelli contrari al quesito su cui siamo chiamati ad esprimerci il 4 dicembre prossimo”.

“Un sindaco è anche un esponente politico che partecipa alla vita del suo partito – osservano gli esponenti di FI, Lega e FdI – ma non deve mai dimenticare che a livello pubblico rappresenta la totalità dei cittadini del suo Comune, sia quelli che lo hanno eletto che quelli che non lo hanno votato. E non dovrebbe mai dimenticare, il primo cittadino, che il nome della città che ha l’onore di amministrare non può essere usato per battaglie di parte, ma solo per promuovere campagne di alto valore ideale che uniscono i fiorentini, mentre la battaglia referendaria è fortemente divisiva”.